L’investimento in gestione separata è tornato in voga negli ultimi anni e sempre più richiesto dai risparmiatori.
La politica accomodante delle banche centrali, ha provocato una riduzione dei rendimenti favorendo l’apprezzamento di asset obbligazionari. Ma negli ultimi due anni la situazione si è capovolta e l’innalzamento dei rendimenti ha fatto registrare performance negative all’obbligazionario.
La ricerca di stabilità di portafoglio è quindi andata su strumenti meno dipendenti da oscillazioni di mercato ed in questo la gestione separata rappresenta sicuramente un valido alleato.
La gestione separata altro non è che una gestione finanziaria creata e gestita da compagnie assicurative in cui vengono investiti i premi versati dai clienti. Si tratta di polizze definite di Ramo I.
Si tratta di denaro di proprietà dei sottoscrittori, che non può essere intaccato in caso di eventi negativi che colpiscono la compagnia. Qui la definizione di “separata”.
In passato, in presenza di tassi particolarmente elevati, queste gestioni riuscivano a garantire da contratto anche un rendimento minimo. Si tratta tuttavia di contrattualizzazioni che avevano anche costi elevati che andavano e ridurre poi notevolmente la performance (netto costi) distribuita al sottoscrittore. Ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi viene garantito un rendimento pari allo 0% (quindi non può andare negativa).
La possibilità di non andar negativa è possibile grazie fatto che la gestione è investita in strumenti che finché non vendono venduti non comportano variazioni di prezzo. Si tratta del cosiddetto criterio di contabilizzazione a costo storico. La posizione viene quindi se mantenuta a scadenza (come normalmente avviene) non viene contabilizzata a mercato.
Tutto ciò è possibile anche grazie al fatto che come previsto da normativa la gestione deve esser fatta acquistando prevalentemente titoli di Stato o obbligazioni, questo al fine di garantire alla gestione la maggiore stabilizzazione possibile.
Al di là della gestione separata al fine di valutare la convenienza al prodotto è fondamentale la lettura del prospetto informativo della polizza di riferimento. Un aspetto fondamentale è costituito dai costi associati all’investimento e dai vincoli temporali. I costi applicati sono generalmente di ingresso e di gestione. I primi vengono sostenuti al momento della sottoscrizione del contratto mentre i secondi sono ricorrenti e vanno a ridurre il rendimento di gestione annuale.
Per quanto riguarda i vincoli temporali possono essere di due tipi: penali di uscita o consolidamento del rendimento. Nel primo caso per un intervallo di tempo definito dal contratto (generalmente non oltre i 5 anni) il cliente nel caso in cui dovesse riscattare la polizza subirebbe una penalizzazione in termini economici. Nel secondo caso invece il contratto può prevedere che qualora il cliente riscattasse entro un determinato arco temporale, non sostiene penali ma non ha il consolidamento del rendimento. Quindi riprende il capitale investito.
Ci sono infine altri vantaggi relativi alla gestione separata, che lo rendono un investimento attraente:
- Esenzione da imposta di bollo;
- Tassazione agevolata (dipende dalla composizione del portafoglio sottostante. Per la parte dei titoli di Stato che generalmente la fa da padrona in queste gestioni la tassazione è del 12,5% contro il 26% degli altri investimenti);
- Impignorabilità e insequestrabilità
- Esente da tassa di successione
Per ulteriori approfondimenti vi invito alla visualizzazione del mio video sull’argomento